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Conosco Armando da parecchi decenni, quando da un’infanzia grigia da “bravo ragazzo” ha incominciato a colorarsi mentre tanti suoi coetanei scolorivano. A venticinque anni raccoglie i suoi sogni in una valigia di cartone per trovarsi a Torino. Torino significa cinque anni di studio e di lavoro, di notti insonni e di corse folli per una lezione o un appunto. Poi il ritorno alle radici e l’inizio di vagabondaggi con mostre personali in tutta Italia e all’estero, tra cui Dubai, New York, Mosca e San Pietroburgo. “Precocemente ha incominciato a giocare, ma quel che più conta sembra non abbia ancora smesso …Penso sia vero poiché Armando sono io".

I've known Armando for several decades, when from a gray childhood like a "good boy" he began to color himself while many of his peers faded. At twenty-five he collects his dreams in a cardboard suitcase to be in Turin. Turin means five years of study and work, sleepless nights and crazy races for a lesson or a note. Then the return to the roots and the beginning of wanderings with personal exhibitions throughout Italy and abroad, including Dubai, New York, Moscow and St. Petersburg. "He started playing early, but what matters most seems to have not stopped yet ... I think it's true because I am Armando".

CHI SONO

Si presenta così Armando Trasforini, in arte AMO, alludendo già chiaramente al fil rouge presente in tutte le sue opere, frutto di quarant’anni di ricerca espressiva originale e innovativa: “il giuoco”.

Non è forse la vita “il giuoco” a cui tutti partecipiamo, giocatori talvolta consapevoli ma spesso incapaci di cogliere i meccanismi e le regole che lo dominano?

In AMO, il “ludum”, è contemporaneamente tematica centrale e mezzo espressivo e comunicativo attraverso il quale egli crea un ponte attivo con il fruitore delle sue opere. E’ un forte richiamo all’infanzia con le sue atmosfere di morbida meraviglia e di innata capacità di sentire e sperimentare la vita con spontanea istintività e con un’attitudine scevra di pregiudizi e sovrastrutture che caratterizzano l’età adulta che dimentica troppo spesso la ricchezza di un sentire primordiale e autentico. Il richiamo alla fanciullezza non si risolve in cupi toni di rimpianti nostalgici per un qualcosa che è andato irrimediabilmente perduto ma in un’atmosfera di ovattata tenerezza che pervade comunque l’opera di questo artista.

Negli anni AMO realizza numerosi cicli centrati sul tema ludico, tra cui “Giocando con Van Gogh”, “Happy Days Mr. Fonzie”, “Il naso di Gogol” ma è forse con “Flipper” che l’artista giunge ad una sintesi mirabile di concettualismo artistico e straordinaria potenza espressiva provocando nel pubblico un’interazione dinamica, meravigliata e risvegliando, forse, delle profonde riflessioni nei confronti di ciò che viene rappresentato.

“Il Flipper” è quindi una forte metafora poetica della vita: un ludico punto d’incontro tra la ricerca intellettuale dell’artista e la risposta attiva del pubblico che partecipa e ridefinisce, di volta in volta, la creazione artistica, che non è mai definitiva e immobile ma mutevole grazie alle sonorità sempre diverse che generano emozioni e sensazioni sempre diverse.

Sembra dunque che l’artista esclami “Giochiamo alla vita!” evidenziando le analogie flipper-vita. La casualità e l’ineluttabilità del destino sono il fulcro dell’indagine: noi lanciamo soltanto la biglia all’inizio del gioco ma ciò che ne segue è al di fuori del nostro controllo; non possiamo dirigere né dominare il movimento della biglia perché questo è legato a molteplici variabili che sfuggono la nostra volontà. Forse ciò che possiamo fare è soltanto trovarci pronti a questi rimbalzi, ammirali e accoglierli. AMO giunge così ad una creazione artistica originale e nuova che mira a risvegliare nel pubblico un turbinio di variegate sensazioni e di desideri spesso nascosti nella nostra anima, a sostegno di quanto affermava Man Ray “Quando il nuovo ci stimola e ci turba, è il momento di svegliarsi dal nostro torpore, di riattivare la nostra fantasia e gettarci a capofitto nella novità per viverla insieme all’artista.” Attraverso il ciclo “Flipper”, AMO stimola la creatività nascosta in ognuno di noi, l’artista che si cela nel nostro cuore e ci trascina nelle sue creazioni “illuminate” da un’intellettualità istintiva e intima.

E se Calderon de la Barca affermava che “la vita è sogno”, Amo giunge alla conclusione che “la vita è gioco”.

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